Più una selezione di curiosità a tema amatriciana
"La Matriciana mia" di Aldo Fabrizi
Soffriggete in padella staggionata,
cipolla, ojo, zenzero ‘nfocato,
mezz’etto de guanciale affumicato
e mezzo de pancetta arotolata.
Ar punto che ‘sta robba è rosolata,
schizzatela d’aceto profumato
e a fiamma viva, quanno è svaporato,
mettete la conserva concentrata.
Appresso er dado che jè dà sapore,
li pommidori freschi San Marzano,
co’ un ciuffo de basilico pe’ odore.
E ammalappena er sugo fa l’occhietti,
assieme a pecorino e parmigiano,
conditece de prescia li spaghetti.
A scanso di equivoci, questa è da intendersi come una semplice poesia, non come la ricetta di un piatto-simbolo della tradizione. Nello stesso libro “La Pastasciutta” di Aldo Fabrizi, prima di presentare “L’Amatriciana a modo mio”, Fabrizi presenta la vera Amatriciana che prevede solamente guanciale, pomodoro e pecorino.
Cosa dire dell’amatriciana?
Partiamo dalle origini, il nome proviene dal paesino di Amatrice (in provincia di Rieti) dove questa ricetta è nata.
Una ricetta variante della “Gricia”, a cui viene aggiunto il pomodoro, tramandata di generazione in generazione e molto apprezzata.
Si trova traccia scritta della ricetta dell’amatriciana per la prima volta nel 1816, nel libro di ricette del cuoco romano Francesco Leonardi che la servì alla corte di Papa Pio VII.
Lui abbinò i maccheroni al guanciale di Amatrice, personalmente, da romano, preferisco i bucatini 🙂
Il gusto dell’amatriciana originale? Difficile descriverlo a parole!
Ti invito a scoprirlo di persona… ho due o tre posti del cuore dove la amatriciana è irresistibile, che possiamo consigliarti quando vieni a trovarci!